Ancora alta la disoccupazione in Italia dei NEET

Fondamentale il ruolo della Formazione Professionale per aiutare i giovani del territorio ad inserirsi nel mercato del lavoro in modo efficace.

cnosfap veneto bene la capacità di imprenditorialità in italia

Stando all’ultimo rapporto della Commissione UE (indagine 2017 sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa) l’Italia sta vivendo una forte difficoltà occupazionale, soprattutto nei giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non stanno frequentando attività di formazione o aggiornamento. I così detti NEET – Not (engaged) in education, employment or training – che in Italia toccano il record UE del 19,9%. Dati che però evidenziano anche come il nostro paese sia quello con il tasso di lavoratori autonomi più alto di tutta Europa, più del 22,6%.

Un dato, quello della disoccupazione giovanile, che è in netto contrasto con alcune forti eccellenze del territorio Italiano. Quelle Regioni dove l’Istruzione e la Formazione Professionale giocano un ruolo fondamentale nell’andare a formare i giovani in modo adeguato, insegnando loro una professione, e avviandoli in modo efficace al mondo del lavoro grazie alle numerose partnership con importanti aziende del settore. Un focus sull’efficacia della Formazione Professionale in Veneto anche grazie alla nuova legge regionale sul sistema educativo, la potete visualizzare qui.

cnosfap veneto importante il ruolo della formazione professionale per i nostri giovani

Secondo l’ISTAT a maggio 2017 il lavoro  frena, facendo risalire la percentuale di disoccupati al 11,3%, 37,8% per gli under 25. Sottolineando le difficoltà che i giovani incontrano nell’affacciarsi al mondo del lavoro. Una situazione comunque in calo nel 2016 rispetto al 2015. Un report che però sottolinea anche come tanti giovani che riescono a trovare un’occupazione, vengano assunti con contratti atipici, a rischio precarietà. Una situazione che ha innalzato la percentuale di coloro che rimangono con i propri genitori fino ai trent’anni.

Dati che però non portano l’Unione Europea a sbilanciarsi sull’applicazione del reddito di cittadinanza. Una soluzione al momento non in agenda. La commissaria UE all’Occupazione Marianne Hyssen ha invece sottolineato come l’UE stia invitando tutti gli Stati membri ad applicare un salario minimo, per avere meno disparità di trattamento tra i lavoratori, e maggiore protezione sociale per tutti.

Condividi questa notizia!