Don Bosco e il primo contratto di apprendistato

170 anni fa veniva siglato da don Bosco il primo contratto di apprendistato. Una ricorrenza molto significativa per le Scuole della Formazione Professionale.

170 anni fa veniva siglato da don Bosco il primo contratto di apprendistato. Una ricorrenza molto significativa per le Scuole della Formazione Professionale.

Riportiamo qui la copia di un documento che si conserva negli Archivi della Congregazione Salesiana e che per noi, figli di don Bosco, è molto significativo.

Si tratta del “Contratto di apprendizzaggio” in carta bollata da centesimi 40 con data 8 febbraio 1852 firmato dal datore di lavoro, dall’apprendista e da don Bosco.

Con questo Contratto di apprendizzaggio don Bosco:

  • obbliga i padroni a impiegare i giovani apprendisti solo nel loro mestiere, e non come servitori e sguatteri;
  • chiede che le correzioni siano fatte solo a parole e non con le percosse;
  • si preoccupa della salute, del riposo festivo e delle ferie annuali;
  • esige uno stipendio «progressivo», poiché il terzo e ultimo anno di apprendistato è in pratica un anno di vero lavoro.

Il prof. Francesco Motto, studioso di don Bosco, al quale abbiamo chiesto di illustrarne le caratteristiche, ne sottolinea l’originalità e l’attualità nell’articolo riportato all’interno “Don Bosco: un educatore sindacalista ante litteram”.

Fedeli a questo messaggio, dopo la morte di don Bosco, la prima generazione di salesiani afferma – con una espressione programmatica – di voler continuare ad operare “coi tempi e con don Bosco”.

Siamo nel 1910.

I Salesiani sono impegnati a curare per le proprie scuole professionali il “Programma di cultura generale” comune per tutti gli artigiani e i “Programmi professionali” per ognuno dei diversi mestieri.

In questi programmi si legge: “Non v’ha quindi dubbio che se noi Salesiani vogliamo lavorare proficuamente a vantaggio dei figli del popolo, dobbiamo anche noi muoverci e camminare col secolo, appropriandoci quello che in esso v’ha di buono, anzi precedendolo, se ci è possibile, sulla strada dei veraci progressi, per potere, autorevolmente ed efficacemente, compiere la nostra missione. Le scuole professionali debbono essere palestre di coscienza e di carattere e scuole fornite di quanto le moderne invenzioni hanno di meglio negli utensili e nei meccanismi, perché ai giovani alunni nulla manchi di quella cultura, di cui vantasi giustamente la moderna industria”.

E oggi?
La “formazione al lavoro” è necessaria.

È don Ángel Fernández Artime, decimo successo di don Bosco, a ricordarlo ai Salesiani e ai responsabili del nostro tempo.

A chi gli domanda “Il lavoro e in particolare i mestieri restano fondamentali nella formazione dei giovani?” risponde: «È così. La nostra esperienza educativa ci dimostra come i giovani preparati al lavoro con una formazione professionale o tecnica presentino un profilo molto speciale. Di solito sono giovani, ragazzi e ragazze vicini, semplici, con un grande senso pratico, con una capacità di empatia e motivazioni per il servizio. Si può dire, senza dubbio, che formarsi e prepararsi per il lavoro serva a strutturare correttamente la persona.»

E alla domanda “La grande materia incompiuta dei nostri sistemi educativi è la Formazione Professionale?” risponde: «Sono convinto che una Formazione Professionale, a prescindere da quale essa sia, costituisca un valore prezioso e spesso una soluzione molto adatta per il giovane e la giovane che non si sentono sufficientemente motivati per altri 7 tipi di studio. Eppure, temo che in molti sistemi educativi e in molte nazioni, ad esempio in Europa e ancor di più nell’America latina, eliminando la formazione professionale come priorità, succeda che si crei, alla lunga, una situazione problematica, per l’eccedenza di laureati e di contro la mancanza di tecnici e di persone in grado di svolgere questi lavori. È certo che sono molti gli specialisti nell’educazione che segnalano questa carenza come uno dei punti deboli del tempo attuale in molti sistemi educativi.»

Caro amico, sono i sentimenti che proviamo quando leggiamo questo prezioso documento. E vogliamo condividerli perché “il sogno di don Bosco continui”.

L’équipe della Sede Nazionale CNOS-FAP

SCARICA IL DOCUMENTO CLICCANDO QUI

Condividi questa notizia!