Donazzan: istruzione professionale e Regioni dovranno dialogare

Per l'Assessore istruzione professionale e Regioni dovranno dialogare per non entrare in concorrenza. Necessaria una forte intesa tra scuola e aziende.

importante la sinergia tra scuola e mondo del lavoro

L’Assessore alla Scuola e al Lavoro Elena Donazzan interviene a Montecitorio portando alcune considerazioni sull’istruzione e formazione professionale. Sarà necessaria, secondo l’Assessore, una forte intesa tra Regioni e istruzione professionale, per non rischiare che le due realtà formative entrino in concorrenza, e questa intesa dovrà passare su un sempre maggiore raccordo tra scuola e lavoro, tra imprese e percorsi formativi, come da anni avviene in Veneto. E forte dei risultati regionali, l’Assessore ha poi ribadito la necessità di mettere sempre a disposizione le risorse finanziare per i percorsi di assolvimento del diritto-dovere all’istruzione, che oggi permette a 7 ragazzi su 10 si inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro.

Lancia poi un’allarme sull’eccessiva licealizzazione a cui si sta assistendo, un fallimento della scuola italiana che vede i giovani e le scelte delle famiglie allontanarsi da quei percorsi professionali che sono invece richiesti dalle aziende del territorio.

Il comunicato stampa della Regione Veneto

I decreti attuativi della ‘Buona scuola’, ed in particolare quello relativo alla riforma degli istituti professionali di Stato, nonchè il futuro del sistema di istruzione/formazione professionale sono stati al centro del confronto odierno dell’assessore alla scuola e al lavoro del Veneto Donazzan, con parlamento e governo. Elena Donazzan è intervenuta, infatti, a Montecitorio, nell’ambito delle audizioni promosse dalla Commissione cultura della Camera, e poi al ministero del Lavoro di via Flavia, nell’incontro tra il titolare Giuliano Poletti e le Regioni.

“In merito alla riforma degli istituti professionali di Stato – ha ribadito Elena Donazzan – le Regioni hanno ribadito che la bocciatura della riforma costituzionale implica una intesa forte, in quanto la formazione professionale è materia esclusiva delle Regioni e l’istruzione professionale è materia concorrente”.

“Se vogliamo valorizzare gli istituti professionali di Stato, e farli riconoscere come scelta da parte delle famiglie, dobbiamo necessariamente lavorare – ha proseguito l’assessore – su un sempre maggior raccordo tra scuola e lavoro , tra imprese e percorsi formativi. Esattamente come si fa in Veneto, con il nostro modello di formazione professionale, che consente il conseguimento di una qualifica valida a livello europeo e richiesta dal territorio”.

I rappresentanti delle Regioni Veneto e Lombardia, che hanno un modello molto forte di formazione professionale, hanno chiesto ai deputati di Montecitorio e al ministro Poletti che vi siano anche le risorse finanziarie per i percorsi di assolvimento del diritto-dovere all’istruzione. Percorsi che permettono oggi a 20 mila ragazzi veneti – ha ricordato l’assessore Donazzan – di partecipare gratuitamente a corsi professionalizzanti il cui esito, per 7 ragazzi su 10, è l’ingresso immediato nel mondo del lavoro.

“Guardo con apprensione alle prime anticipazioni ministeriali sulle iscrizioni dei ragazzi al nuovo anno scolastico – ha aggiunto Donazzan – che vedrebbero in crescita la scelta degli indirizzi liceali. Se i dati nazionali venissero confermati anche in Veneto (ne dubito, ma lo vedremo nei prossimi giorni), sarebbe un fallimento per la scuola italiana. L’eccessiva licealizzazione e l’allontanamento dai percorsi tecnici e di formazione professionale sono un segnale negativo per l’intera società, una delle cause della disoccupazione giovanile. In Veneto, in questi anni, abbiamo ottenuto grandi risultati nel convincere i ragazzi e le famiglie a preferire percorsi di studio che favoriscano il loro inserimento nel mondo del lavoro e che sono molto richiesti dalle imprese del territorio”.

“Al ministro Poletti – conclude la referente delle politiche regionali per la scuola, la formazione e il lavoro – ho chiesto che entri a gamba tesa nei decreti attuativi della ‘Buona Scuola’ perché ancora una volta il ministero dell’Istruzione pensa di riformare questa ‘povera’ scuola senza l’apporto del ministero del Lavoro e delle Regioni italiane. Così come in Veneto un unico assessorato da 12 anni coniuga istruzione, formazione e lavoro, con una scelta politica lungimirante che ha prodotto risultati, così a livello nazionale non si possono programmare l’alternanza scuola-lavoro, l’ apprendistato, la riduzione della disoccupazione giovanile senza uno stretto raccordo politico e operativo tra ministeri”.

Fonte: Regione Veneto

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