“Lo strumento del decreto risulta debole e limitato per attivare un cambiamento profondo e coraggioso in un segmento cosi complesso come l’istruzione professionale”. È la posizione di Confindustria in merito a uno dei decreti attuativi Buona scuola, riferita durante un’audizione in commissione Cultura alla Camera.
“È necessaria una riforma più radicale – si legge in un documento depositato in commissione – che permetta a questi percorsi di distinguersi chiaramente da altre tipologie di scuole (specie gli istituti tecnici), che valorizzi il ruolo delle Regioni e i buoni risultati dei canali Iefp (Istruzione e formazione professionale), che sia impostata su una durata dei percorsi di 4 anni (e non di 5) con possibilità di ingresso diretto dopo il diploma negli Its (Istituti tecnici superiori).
“Più in particolare – sostiene Confindustria – una riforma dell’istruzione professionale dovrebbe essere impostata su una forte incidenza dell’alternanza scuola-lavoro (almeno il 50% dell’offerta formativa) e su un’attenta valutazione delle attività che riguardano l’occupabilità dei percorsi (per le quali sarà centrale il ruolo degli uffici di placement)”.
“Nell’ottica di potenziare il raccordo con i percorsi di IeFP occorre valorizzare il dialogo con le Regioni che, non avendo il referendum modificato il titolo V, conservano un’importante responsabilità su questo segmento. Ugualmente bisogna favorire il dialogo tra Miur e Mlps così da migliorare l’occupabilità dei profili in uscita”.
Fonte: OrizzonteScuola