Indice Europeo delle Competenze: male l’Italia

Il nostro Paese soffre soprattutto il disallineamento tra competenze in uscita dalla Scuola e competenze richieste dal mercato del lavoro.

CNOSFAP Veneto European Skills Index rapporto 2016

L’European Skills Index (Indice Europeo delle Competenze) è l’indice che misura le prestazioni delle competenze all’interno dell’Unione Europea.

L’indice ESI si compone di tre elementi fondamentali: sviluppo delle competenze, attivazione e corrispondenza.

L’indice mostra solitamente quali sono i margini di miglioramento di un determinato paese UE nello sviluppo delle competenze professionali.

Nel grafico sotto riportato sono indicate, evidenziate in azzurro, le performance dell’Italia nel 2016, comparate agli altri Paesi europei.

CNOSFAP Veneto - Il grafico mostra le performance dell'Indice Europeo delle Competenze in Italia nel 2016.
Indice Europeo delle Competenze negli stati UE nel 2016

Vediamo nel dettaglio il significato dei 3 parametri principali utilizzati per il calcolo dell’Indice Europeo delle Competenze.

SVILUPPO DELLE COMPETENZE

Rappresenta le attività di formazione e di istruzione del paese in termini di competenze sviluppate e raggiunte.

Il dato prende in considerazione la formazione obbligatoria e anche la formazione permanente.

L’indicatore tiene in considerazione il raggiungimento dell’obiettivo UE di riduzione, entro il 2020, dei tassi di analfabetismo letterario, matematico e scientifico. Il tasso dovrà scendere al di sotto del 15%.

Per quanto riguarda la formazione permanente, viene misurato il tasso di partecipazione della popolazione adulta ad attività di formazione professionale. Gli obiettivi UE per il 2020 prevedono la partecipazione di adulti ad attività di formazione, per almeno il 15% della popolazione.

ATTIVAZIONE DELLE COMPETENZE

Misurano il tasso di passaggio della popolazione tra la formazione e il mercato del lavoro. 

Viene preso in considerazione il tasso di abbandono scolastico e il tasso di occupazione al termine degli studi.

Anche qui si punta a raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE. Scendere al di sotto del 10% per quanto riguarda il tasso di abbandono scolastico. Superare l’82% di occupazione al termine degli studi.

MATCHING DELLE COMPETENZE

Misura l’effettiva richiesta del mercato del lavoro per quanto riguarda le competenze in uscita.

Si tiene in considerazione l’offerta dei posti di lavoro e l’indice di disoccupazione.

Elementi di valutazione specifica sono i dati sulla disoccupazione di lunga durata e sulla sotto-occupazione (lavori part-time). Così come la mancata corrispondenza tra le competenza in uscita e le competenze richieste dal mercato del lavoro.

LE PERFORMANCE DELL’ITALIA

L’Italia si colloca al 26° posto nella classifica dei Paesi europei, tra gli stati etichettati come sotto-performanti.

Problematiche importanti vengono riscontrate nell’attivazione delle competenze, ossia nel passaggio tra la Scuola e il mondo del lavoro. Dove ricopre addirittura l’ultimo posto in UE.

Bene la quota di ragazzi e ragazze che stanno frequentando un percorso di Istruzione e Formazione Professionale (l’Italia si colloca all’11° posto in Europa). Mentre si classifica solamente al 25° posto per quanto riguarda la quota di popolazione tra i 15 e i 64 anni in possesso almeno di un titolo di istruzione secondaria superiore.

Dal rapporto emerge come il problema più grande sia dato dal disallineamento tra le competenze in uscita e le competenze richieste dal mercato del lavoro.

Tutti i dati sull’Italia sono consultabili qui.

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