Secondo il portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, è necessario quanto prima far rientrare in classe, in presenza, gli studenti delle superiori.
Basandosi su quanto dichiarato dal Direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma.
“Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, si dichiara favorevole alla ripresa delle attività scolastiche in presenza. Non è più possibile rinviare la data della riapertura delle aule delle secondarie di secondo grado. Anzi, siamo già in ritardo”. Il portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, riprende le dichiarazioni odierne del direttore del primo istituto nazionale nella lotta al Coronavirus e torna a ribadire la necessità di far rientrare in classe, in presenza, gli studenti delle superiori.
“Il mondo scientifico spezza una lancia a favore degli studenti dai 14 ai 19 anni, fino ad ora i più penalizzati dalla pandemia, in termini di crescita formativa e umana – afferma Lorenzoni – in particolare, gli allievi di prima superiore, che l’anno scorso non hanno nemmeno avuto l’opportunità di concludere la terza media, non hanno fatto in tempo a conoscere i loro nuovi professori e compagni che subito si è passati alla didattica a distanza”.
“Dobbiamo andare oltre l’emergenza, considerato che dovremo convivere a lungo con il virus, e fare un ragionamento complessivo sull’istruzione, partendo dal presupposto che si tratta di un servizio necessario per il bene di tutta la comunità, non solamente dei diretti interessati. Al contrario, la nostra Regione sembra trattare la scuola in presenza e le relazioni che all’interno di questa si instaurano, alla stregua di un bene accessorio, del quale si può pure fare a meno per un periodo più o meno lungo”.
“Come afferma il direttore Ippolito, non appena cresce il numero dei contagi la prima soluzione praticabile, messa in atto anche dall’amministrazione regionale, è chiudere le classi”. Questo tipo di decisione è andata bene nella prima fase emergenziale, a primavera del 2020. “Ad un anno di distanza siamo ancora punto e a capo. Serrare i portoni agli studenti non è un metodo che può essere perpetuato a tempo indeterminato. Motivo per cui chiedo alla Regione di rivedere l’ordinanza, applicando il piano di rientro già approntato, perché gli allievi delle superiori riacquistino il loro diritto alle lezioni in aula. Vaccinazioni agli insegnanti, piano dei trasporti basato sui dati georeferenziati degli spostamenti di ogni studente, orari diversificati di ingresso e uscita e responsabilizzazione per l’aerazione delle aule sono quattro misure che possono consentire di riaprire la scuola con rischi contenuti. I ragazzi non sono vasi da riempire di nozioni, bensì le donne e gli uomini di domani che adesso hanno bisogno di cura, sostegno e vicinanza”.
Comunicato stampa Consiglio regionale del Veneto