La Regione del Veneto ricorda gli strumenti messi a disposizione a tutela dei lavoratori, e in particolare dei genitori con figli fino a 16 anni e dei lavoratori che hanno a carico congiunti disabili o non più autosufficienti.
L’azienda è in crisi e vuole licenziare? Hai uno o più figli, le scuole sono chiuse e i centri estivi sono troppo cari o con pochi posti? Hai un contratto a termine che sta per scadere? Vorresti chiedere un congedo per assistere i genitori anziani? Oppure sei in maternità o in congedo parentale e vorresti dilatare i tempi del congedo o riprendere il lavoro con orario ridotto? Tanti gli interrogativi dei lavoratori in questi mesi di emergenza sanitaria ed economica, che possono trovare concreta risposta nelle misure previste dal Dl Rilancio n. 34, che dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 18 luglio.
L’assessore regionale al Lavoro e alle Pari opportunità del Veneto, insieme alla rete territoriale delle Consigliere di parità e all’Ispettorato interregionale del lavoro, ha predisposto un vademecum in 15 punti che riassume, in semplici ‘pillole’, gli strumenti e le nuove misure attivate dal 19 maggio a tutela dei lavoratori, e in particolare dei genitori con figli fino a 16 anni e dei lavoratori che hanno a carico congiunti disabili o non più autosufficienti.
Un pieghevole distribuito nelle rispettive sedi territoriali e negli Urp della Regione e una Faq pubblicata nelle pagine web istituzionali di Regione, Consigliera di parità del Veneto e Ispettorato del lavoro del Nordest spiegano tutte le opportunità presenti in questi mesi di emergenza: smart working, part-time, congedi parentali e speciali, permessi retribuiti, ammortizzatori sociali, bonus baby-sitter e per i centri estivi, indennità speciali e sostegni al reddito attivati per i lavoratori domestici, stagionali, intermittenti e per chi ha subito riduzioni di orario di lavoro.
“Il primo obiettivo di questa iniziativa è informare lavoratori e datori di lavoro sulle opportunità e gli strumenti in essere – sottolinea Sandra Miotto, consigliera di parità del Veneto- In questi mesi di lockdown e di crisi le consigliere di parità hanno riscontrato che molti, sia lavoratori che datori di lavoro, non sono a conoscenza degli strumenti emergenziali attivati o non sanno come accedervi. Il mio ufficio, e quello delle consigliere provinciali di parità, intende fare rete con le istituzioni competenti e offrire un punto di riferimento per informazioni e percorsi di accompagnamento, per accelerare i tempi del cambiamento nell’organizzazione del lavoro ed evitare di retrocedere sui livelli raggiunti nell’occupazione femminile, nelle pari opportunità e nella genitorialità condivisa”.
Dal proprio osservatorio Ispettorato del lavoro del Nordest e Consigliera di parità hanno già rilevato che il 38% delle ‘dimissioni protette’(nell’arco dei primi tre anni di vita del neonato) avvengono per assenza di rete parentale o per carenza o costo eccessivo dei servizi per la prima infanzia, e sono presentate quasi esclusivamente da donne: su 2305 dimissioni protette monitorate con questionario, solo 47 erano presentate da un uomo. “Far conoscere i principali istituti messi in campo, dal congedo speciale per Covid 19 al lavoro agile, al bonus baby sitter, alla proroga del contratto a termine, agli ammortizzatori sociali – evidenzia Stefano Marconi, direttore dell’Ispettorato Interregionale – aiuta i genitori-lavoratori ed è un modo per evitare le dimissioni volontarie”.
Anche il ricorso allo smart working, sperimentato in maniera massiccia nei tre mesi di sospensione delle attività per Covid, ora può essere una nuova opportunità o un limite le mamme lavoratrici, che rischiano di trovarsi in una condizione di isolamento e di difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. “Non vogliamo che il lavoro agile rappresenti una regressione nell’affermazione della parità di genere – aggiunge Sandra Miotto – ma una opportunità per cambiare l’organizzazione del lavoro e lavorare per obiettivi, con pieno riconoscimento della professionalità e delle competenze”.
“Con questa facile guida per mamme e papà che lavorano vogliamo far conoscere alle persone le opportunità presenti e i loro diritti – conclude l’assessore al lavoro Elena Donazzan – per favorire un approccio attivo e responsabile a questa fase emergenziale evitando un approccio rivendicazionista e il ricorso a contenziosi. Le donne, insieme ai giovani, sono le categorie più penalizzate da questa crisi. Dei 125.015 lavoratori per i quali le aziende venete hanno presentato domanda di cassa integrazione in deroga per la crisi Covid, il 60 per cento sono donne (74.731 a ieri). Così pure la stipula di contratti part-time: dei 414 mila attivi lo scorso anno per l’82 per cento è al femminile. Sono due dati eloquenti sulle difficoltà delle donne, ma anche delle famiglie e della genitorialità. Gli strumenti messi in campo dal Dl Rilancio non sono certo sufficienti per una vera politica di sostegno alla genitorialità e scontano una impostazione di tipo assistenzialistico. Ma è giusto farli conoscere e promuoverne un uso responsabile e intelligente, favorendo il più possibile l’attivazione, il dialogo e l’integrazione tra istituzioni”.
Comunicato Stampa Regione Veneto