Un comunicato stampa rilasciato da alcuni consiglieri regionali condivide delle riflessioni sulla gestione delle positività a Scuola.
“La Regione cambia i protocolli per le scuole in caso di positività nelle classi senza il minimo confronto con dirigenti e operatori. E questo perché Usca e Sisp, che avrebbero dovuto svolgere le attività di monitoraggio e controllo, sono al collasso. Le inefficienze del sistema regionale non si possono però scaricare sui bambini e le loro famiglie: va potenziato il servizio per garantire la continuità didattica, anche se, lo abbiamo capito, non rappresenta una priorità per la Giunta Zaia”. E’ quanto dichiarano in una nota i consiglieri del Partito Democratico, con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis che aggiungono: “Questo cambio di protocollo, prevede che con un solo positivo, alunno o insegnante, sia messa in quarantena l’intera classe con successivo tampone di controllo solo al termine del periodo di isolamento”.
“La prassi precedente – osservano i consiglieri – cercava di contemperare le necessità di sicurezza e salute pubblica con il diritto di bambini e ragazzi di frequentare le scuole, al contrario, ora, il meccanismo penalizza gli alunni indiscriminatamente, oltretutto senza garantire alcun contenimento del contagio. Da un lato, effettuando il test solo a fine quarantena, il rischio di contagio inevitabilmente tocca l’intera famiglia, senza considerare, che spesso i più piccoli sono asintomatici, dall’altro, preclude a priori ai bambini l’accesso alla scuola. Insomma, anziché contenere un problema se ne creano di nuovi”.
“Le motivazioni del cambio di protocollo riguardano l’impossibilità di effettuare un efficace tracciamento, visto l’alto numero di positivi ogni giorno. Tuttavia, invece di implementare il servizio, si preferisce una scorciatoia, che equivale a lavarsene le mani. A partire da settembre scorso si doveva pensare a un potenziamento del sistema di tracciamento e assistenza, con delle Usca dedicate esclusivamente alla scuola, condividendo le procedure con i dirigenti. Questa nuova procedura non può funzionare: chiediamo alla Regione di rivedere ulteriormente i protocolli, fin da subito, dando ascolto alle voci di insegnanti e genitori, preoccupati sia per l’aspetto sanitario che per quello didattico”, concludono Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.
Comunicato stampa Consiglio Regionale Veneto