Riportiamo un estratto di un’analisi sui tirocini extra-curricolari. Nella relazione completa, che potete scaricare qui, viene analizzata l’esperienza dei tirocini negli ultimi anni, con attenzione particolare alla tipologia di utenti, agli esiti occupazionali e alla tipologia di aziende che avviano un tirocino formativo.
QUADRO DI INSIEME
I tirocini extra-curriculari, ossia svolti al di fuori di un percorso di studi, soprattutto giovani fino a 24 anni in cerca di un primo o di un nuovo contatto col mondo del lavoro, sono cresciuti in maniera continuativa dal 2012 al 2015, subendo una momentanea riduzione dell’8,6% nel 2016, dopo il picco straordinario di attivazioni del 2015 (+54%). Quest’impennata è senza dubbio dovuta all’avvio del Programma Garanzia Giovani2.
Nello stesso periodo le aziende ospitanti sono prima aumentate di quasi il 74% nel 2015, per poi calare di oltre 12 punti percentuali nell’anno successivo, anche se nel primo semestre del 2017 l’indice tendenziale segna una nuova e consistente variazione positiva.
La platea dei tirocinanti si ripartisce in maniera sostanzialmente uniforme tra i due generi, senza presentare, nelle annualità considerate, variazioni significativa; la componente degli under30, nettamente predominante, ha visto crescere il proprio peso relativo nel corso degli anni passando dal 73,8% del 2012, a poco meno dell’80% del 2016.
Rilevante la quota di tirocinanti con almeno 40 anni, il che depone per un utilizzo del tirocinio come politica di reinserimento lavorativo.
Per quanto riguarda il livello di istruzione dei tirocinanti, sono i diplomati a presentare i tassi di incidenza più elevati.
La quota di tirocinanti che hanno portato a termine la propria esperienza nel rispetto delle durate inizialmente pattuite, è andata riducendosi.
Sono, infine, i Servizi per l’impiego i principali soggetti promotori di tirocini extra-curriculari, con un valore complessivo di quasi il 40% nel periodo 2014-2017.
ESITI OCCUPAZIONALI
Per i tirocinanti avviati nel 2016 la probabilità di trovare un’occupazione entro 1, 3 o 6 mesi dalla conclusione è tre volte quella registrata dagli omologhi che hanno attivato un’esperienza simile nel 2012.
Il livello d’istruzione risulta uno dei fattori determinanti per l’inserimento nel mercato del lavoro. Il prolungamento della carriera scolastica e il conseguimento del titolo di studio più elevato garantiscono maggiori possibilità di trovare un’occupazione.
Marcate differenze rispetto ai tassi di assunzione a 6 mesi si riscontrano anche in relazione all’ambito territoriale nel quale è stato avviato il tirocinio, con valori che, per quanto in crescita negli anni, si contraggono spostandosi dalle aree centro settentrionali a quelle del mezzogiorno.
Il 91,9% dei tirocini avviati dal 2012 al primo semestre del 2017, infatti, avviene in aziende situate nella stessa regione di domicilio dell’individuo. Del resto il tirocinio extracurriculare è uno strumento finalizzato all’inserimento lavorativo e trova, nell’assunzione presso l’azienda ospitante, una delle sue “naturali” conclusione, garantendo una continuità lavorativa (minor tempo tra la conclusione del tirocinio e l’assunzione) e una stabilità contrattuale maggiori rispetto ai casi di individui assunti da datori di lavoro differenti.
Gli individui assunti dallo stesso datore che aveva ospitato i tirocinanti presentano una curva di sopravvivenza costantemente più elevata rispetto a tirocinanti assunti in altre aziende.
LE AZIENDE CHE AVVIANO TIROCINI
Nel 65% dei casi le aziende risultano essere presenti in una sola annualità nell’arco di tempo considerato, mentre solo un esiguo 1,5% (circa 6mila imprese) risulta presente continuativamente.
La platea complessiva dei datori di lavoro che hanno avviato almeno un tirocinio dal 2012 al 2° trimestre del 2016 appartiene in gran parte al settore dei servizi con il settore del commercio e quello del trasporto, immagazzinaggio e altri servizi di mercato presentano entrambi percentuali al di sopra del 20% e tassi di incidenza settoriali nettamente più alti della media complessiva.
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