Alla riunione europea dei direttori generali per l’istruzione e la formazione professionale il direttore del Cedefop James Calleja ha affermato che il futuro dell’IFP è luminoso sebbene presenti alcune insidie che è bene conoscere ed affrontare.
In un’epoca in cui la tecnologia e l’automazione, l’organizzazione del lavoro, il ruolo degli stakeholder e le strutture che forniscono formazione professionale cambiano continuamente, il futuro è in una pronta risposta da parte dei responsabili politici e delle scuole.
Nel novembre 2018, il Cedefop presenterà possibili scenari di sviluppo per una IFP europea. La via è quella di riconoscere il lavoratore futuro come una persona esperta di IT, in grado di comprendere e combinare diverse competenze e con conoscenze generali di alto livello.
L’esperto del Cedefop Guy Tchibozo ha presentato, insieme alla Fondazione europea per la formazione professionale, i risultati preliminari della relazione sugli obiettivi di Riga concordati, cui è seguita una discussione che ha rivelato che il contributo delle due agenzie è ben accolto nell’attuale riforma europea di sviluppo dell’IFP. Saranno inoltre necessario affrontare un analisi più approfondita per ogni paese su vari aspetti legati ai formatori, all’apprendistato e all’apprendimento basato sul lavoro.
Calleja ha infine osservato: “È importante che questi incontri siano orientati al futuro; guardare indietro è essenziale, ma l’IFP deve fornire competenze trasversali, comportamentali ma anche settoriali e professionali in una prospettiva che dura tutta la vita. In un contesto dinamico come l’attuale mercato del lavoro la distinzione tra discenti e lavoratori e tra insegnanti e datori di lavoro si fa sempre più confusa: i lavoratori sono studenti e viceversa. Le parti sociali devono svolgere un ruolo più attivo per colmare il divario tra la velocità di cambiamento del mercato del lavoro e la capacità di risposta dell’istruzione e della formazione”.
Fonte: Cedefop
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