Giovani e accesso al mondo del lavoro: rapporto del CENSIS

I giovani hanno voglia di lavorare, ma bisogna rafforzare il sistema di collegamento con il mondo del lavoro e tra scuola e aziende.

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LA MANCANZA DI LAVORO È UNO DEI TEMI PIÙ SENSIBILI PER I GIOVANI

Il lavoro. O meglio, la mancanza di lavoro. È questo uno dei temi più sensibili per i giovani tra i 25 e 34 anni. Una situazione che molti giovani vivono con un certo malessere, ritenendo amici e familiari l’unico canale attraverso il quale cercare un posto di lavoro. Mancano spazi per permettere ai giovani di coltivare sogni e ambizioni. Situazione che porta i giovani ad ambire a qualsiasi tipologia di lavoro, che sia inerente un meno con i loro studi, che sia discontinuo o addirittura in nero.

Una situazione che definisce chiaramente come ci sia la voglia di lavorare da parte dei giovani, ma come manchino le risorse e delle azioni concrete per aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavoro. Servono quindi maggiori investimenti nelle politiche attive. Garantendo loro un efficace formazione professionale, esperienze di tirocinio ed esperienze di alternanza scuola-lavoro.

I giovani ritengono che uno dei principali motivi che portano alla mancanza di lavoro sia il continuo innalzamento dell’età pensionabile. È necessario quindi intervenire anche in questo contesto, agevolando l’uscita dal mercato del lavoro.

IL RUOLO DELLE AGENZIE PER IL LAVORO

Dai dati in possesso dell’agenzia del lavoro risulta che il 54,2% degli occupati sono giovani fino a 34 anni. Un dato sicuramente significativo che sottolinea come le aziende vogliono investire sui giovani, testandone però le loro competenze professionali. E formandoli attraverso percorsi di crescita delle competenze per poi arrivare molte volte ad assumerli in modo stabile. Un percorso possibile attraverso i piani finanziati da fondi bilaterali come Forma.Temp.

LA RICERCA CENSIS: GIOVANI E ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO

A riportare questi dati è un rapporto di ricerca del Censis in collaborazione con Jobsinaction e Assolavoro. La ricerca individua alcuni step per migliorare la situazione lavorativa dei giovani:

  • Attribuire maggiore responsabilità alla rete dei servizi per il lavoro;
  • Facilitare la costruzione di reti territoriali tra enti locali, scuole, imprese, servizi al lavoro pubblici e privati;
  • Sostenere la libertà di scelta degli operatori a cui rivolgersi;
  • Valorizzare maggiormente le figure come quella del tutor del lavoro;
  • Incentivare i percorsi virtuosi tra tirocinio e apprendistato;
  • Premiare i modelli formativi che consentono un adeguato livello di placement;
  • Stimolare la responsabilità degli operatori pubblicando report sui risultati conseguiti;
  • Prendere sistematiche l’esperienza di recruiting day.

A sottolineare il particolare periodo di difficoltà per i giovani che sono la ricerca di un lavoro, il rapporto Istat che analizza la situazione dei NEET.

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COME CERCANO LAVORO I GIOVANI IN ITALIA

Sono molteplici le strategie adottate dei giovani per cercare lavoro. Vanno dall’utilizzo di Internet e di app dedicate, alla richiesta rivolta a parenti e amici, al contatto con agenzie del lavoro. Questi i tre principali e canali di ricerca di lavoro per i giovani. L’analisi completa nel report in allegato.

Il lavoro negato, ossia la mancanza di lavoro protratta nel tempo, è ritenuta da giovani una delle maggiori ingiustizie sociali. Lavoro che è sentito dai giovani molto più importante rispetto ad esempio al reddito di cittadinanza.  Questo porta i giovani a valutare molte volte rapporti di lavoro intermittente, che cambiano continuamente. Un tema, quello del lavoro, particolarmente seguito dai giovani. Altrettanto non è per le modalità con cui essi possono accedere al mondo del lavoro, sottolineando la necessità di creare maggiore cultura attorno ai temi dell’inserimento lavorativo.

CONNESSIONE TRA COMPETENZE E LAVORO

Oltre la metà dei giovani attualmente occupati ritiene che il lavoro che sta svolgendo non sia in linea, o lo sia molto poco, con le competenze acquisite durante il loro percorso di studi. Manca quindi un efficace canalizzazione che accompagni i giovani attraverso il loro percorso di studi fino all’inserimento nel mondo del lavoro.

Secondo i giovani ciò che conta davvero nell’approcciarsi al mondo del lavoro è rappresentato da:

  • impegno;
  • life-long learning;
  • un veloce ingresso nel mondo del lavoro;
  • determinazione;
  • network;
  • passione/vocazione.

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LE NUOVE POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO

Le Nuove politiche attive per il lavoro sono orientate ad aumentare il tasso di occupazione. Sono servizi e/o misure orientate a favorire l’inserimento o il re-inserimento nel mercato del lavoro. Rivolte a persone in cerca di occupazione, giovani, lavoratori a rischio di disoccupazione e percettori di misure di sostegno al reddito.

Cosa sta succedendo:

  • verranno rafforzati i servizi di attivazione e di aiuto al disoccupato nella ricerca di lavoro e nell’acquisizione di nuove competenze;
  • è stata creata l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) che dovrebbe favorire l’accesso a servizi di orientamento, di formazione e di accompagnamento al lavoro da parte di tutti i cittadini;
  • è stata costituita la rete dei servizi per le politiche attive del lavoro, che prevede la cooperazione tra soggetti pubblici, tra operatori privati, tra INPS, INAIL e Fondi Interprofessionali;
  • sono stati introdotti criteri di misurazione dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi erogati;
  • è stato introdotto l’assegno di ricollocazione.

RISORSE UTILI

Leggi il rapporto completo con tutti i dati e le considerazioni sull’indagine “Giovani e accesso al mondo del lavoro: quale futuro”.

 

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